Carlini su Libero: “Popolazione romena, una minaccia per la salute dei londinesi”

Arriva dal sito Romeni in Italia la segnalazione di un articolo pubblicato giovedì 28 marzo su Libero, intitolato “A Londra i romeni fanno male alla salute”. Un concentrato di stereotipi, pregiudizi, affermazioni discriminanti e razziste, toni emergenziali non giustificati che finisce indiscriminatamente per dipingere la comunità romena come una minaccia per l’incolumità della società.

L’autore del pezzo – il giornalista Alessandro Carlini – riporta alcuni passaggi comparsi sul tabloid The Sun in cui la popolazione romena viene tacciata di essere portatrice di tubercolosi. I cittadini provenienti dalla Romania vengono definiti come veri e propri “untori”. Carlini, nel suo articolo pubblicato a p.17 del quotidiano Libero, parla infatti di “allarme sanitario”, “bomba ad orologeria”, “morti che camminano”, prevedendo un “contagio difficile da fermare”.

Riportiamo di seguito alcuni stralci del commento all’articolo di Carlini scritto da Miruna Cajvaneanu, recentemente pubblicato sul portale di Romeni in Italia.

[…] Carlini chiama Bucarest “capitale della tubercolosi” e avverte: “dalla Romania è in arrivo un tipo di tubercolosi resistente ai medicinali, portata da migliaia di immigrati romeni”.

Qualche foto dall’ospedale romeno, qualche dato in più sulla mortalità causata dal morbo nel mondo, tanto di scenario sulla metro londinese come luogo di contagio. Nessuno è andato a parlare con i rappresentanti del Ministero della Salute, nessuno ha estratto dai dati presentati i casi che effettivamente riguardano i romeni.

Quanti casi di romeni infetti di TBC si sono dunque registrati in Gran Bretagna? E’ forse la domanda più facile da porsi, quando vuoi dimostrare che gli immigrati romeni porteranno “l’epidemia” in giro per l’Europa. Sarebbe la prima domanda da farsi quando si vuole pubblicare “un’inchiesta choc”, come è stato definito il reportage.

Ma a questa domanda basilare, non rispondono né i giornalisti del Sun, né Alessandro Carlini di Libero.

La verità è questa: “In Italia, l’incidenza di tubercolosi si attesta da diversi anni intorno a 7 casi di malattia ogni 100.000 abitanti. Risulta quindi costantemente inferiore alla soglia entro la quale un Paese è definito dall’OMS come “a bassa endemia”.

E, se è vero che tra i malati ci sono “immigrati”, tra le categorie a rischio ci sono anche “tossicodipendenti o soggetti con infezione da HIV, detenuti”, oppure “soggetti italiani over 65 che possono avere contratto l’infezione nel passato, quando la Tbc aveva un’importante diffusione anche in Italia”.

E poi, se si parla di l’allarme “invasione , dunque contagio” non possiamo non rassicurarci fin da subito. In Italia, da anni, vive la più numerosa comunità di romeni all’estero: 1.071.342 persone, ma l’incidenza della malattia è rimasta (come abbiamo visto sopra) invariata e inferiore a quella registrata in Gran Bretagna, dove vivono (solo) 94.825 romeni.

Molti dei quali, guarda caso, sono dei bravissimi medici”.