Tra i servizi mandati in onda nel 2012 da sette principali telegiornali nazionali, in onda su emittenti come Rai, Mediaset e La7, solo il 4% ha riguardato crisi umanitarie in tutto il mondo. È preoccupante, e ancora più critica di quella del 2011, la situazione fotografata dal report “Le crisi umanitarie dimenticate dai media nel 2012” realizzato da Medici Senza Frontiere, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia.
Un calo significativo quello registrato dal rapporto rispetto a due anni fa, quando i reportage e le news che trattavano di crisi umanitarie ammontavano al 10% del totale. Tra le motivazioni individuate dallo studio, le diverse priorità tematiche nell’organizzazione dell’agenda dei tg. Sempre più spazio è infatti stato dedicato ai temi della crisi economica, nonché alla politica e alle cosiddette “soft news” (curiosità, gossip, costume).
Tra le cause ipotizzate anche il diverso spazio assegnato nell’informazione giornalistica ai flussi migratori. “Il fenomeno migratorio – dichiara Paola Barretta dell’Osservatorio di Pavia – è stato un tema molto presente nei tg andati in onda nell’anno 2011. L’attenzione mediatica rivolta a questo argomento, seppur affrontato in maniera emergenziale e talvolta strumentale, consentiva almeno la presenza nell’informazione di alcuni riferimenti alle crisi dei Paesi di provenienza degli immigrati. Cosa che nel 2012 viene invece a mancare”.
A questo proposito, l’indagine condotta da MSF e dall’Osservatorio di Pavia sui notiziari del 2011 aveva evidenziato, nei notiziari italiani di maggiore ascolto, una “narrazione di tipo emergenziale del fenomeno dell’immigrazione proveniente da paesi attraversati da profondi cambiamenti e sociali”. Sono state 1391 le notizie trasmesse in un anno con una connotazione “allarmistica”. Non a caso, tra i lemmi più utilizzati per descrivere il fenomeno, “esodo biblico” era tra i più popolari.
“Di quell’emergenza – si legge nel report -, nella narrazione mediatica è rimasto ben poco, sia quantitativamente sia qualitativamente. Innanzitutto perché le notizie che riguardano il tema immigrazione come questione politica e/o come sbarchi e flussi migratori sono 87 (circa 16 volte in meno rispetto all’anno precedente), poi perché la maggior parte di queste notizie non ha un contenuto ansiogeno. Tranne alcune notizie sull’imminente arrivo di centinaia di migranti nel centro di accoglienza di Lampedusa, le più frequenti riguardano la cronaca degli arrivi e la gestione del fenomeno da parte delle autorità competenti e le tragedie del mare con il naufragio al largo delle coste italiane di gommoni partiti dalla Libia”.
Nella “classifica” italiana, il Tg1 risulta più virtuoso, con il 5,7% delle notizie dedicate alle crisi umanitarie contro il 3,8% del Tg5 e il 2,1% di Studio Aperto. Ma il confronto con il panorama europeo è imbarazzante: mentre in Germania, Ard1 parla di questi temi nel 14,4% delle sue news, Bbc One in Gran Bretagna lo fa nell’8,7% dei casi e France2 nel 7,2%.
Di fronte a una situazione tanto grave, MSF ha lanciato una lettera aperta, in cui chiede ai media italiani di “portare le crisi dimenticate all’attenzione dell’opinione pubblica”, senza “chiudere la porta a un mondo sempre più vicino a noi e sempre più importante da comprendere”.
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