Sono costati la presentazione di un esposto all’Ordine dei Giornalisti e una segnalazione agli organi competenti alcuni articoli della giornalista Maria Cristina Lani pubblicati su Milano Post, finiti nel mirino di Osservatorio 21 Luglio.
Stigmatizzanti e in netto contrasto con i principi della Carta di Roma. Così l’equipe dell’Osservatorio ha definito alcuni pezzi di Lani considerati discriminatori nei confronti della comunità rom.
Il primo, dal titolo “CSI MILANO – No al campo Rom di Via Lombroso, il comune non ha il diritto di autorizzarlo”, è comparso sulla testata online lo scorso 16 aprile.
“Non ci si può certo nascondere dietro un dito e non dire che il problema ROM – si legge nell’articolo -, per generalizzare il tema, come detto da Piero di Città Studi, allenatore presso il campo Ausonia: “C’é ed é un problema da risolvere” e nonostante il “che culo dobbiamo sorbirci noi la voglia di non far niente degli altri” di Roberto, papà di un allievo, qualcosa vada fatto […]. Il problema nomadi assilla l’Europa che sa solo rispondere con il tema dell’integrazione allocando fondi, alimentando così un metodo di vita parassitario di alcune genti su altre e dando materia ideologica per politici che vivono con dogmi e non con cittadini. Vorrei fare un esperimento: togliere aiuti e sussidi e instaurare tolleranza zero sulla sicurezza per questo modus vivendi basato sul nomadismo. Probabilmente qualcuno di loro continuerebbe sì a camminare, ma per andare a lavorare”.
Il secondo, intitolato “A Milano la peggior sinistra: se la San Giusto viene davvero eliminata, la città sarà finita”, è stato invece pubblicato il 23 aprile 2013.
“[…] Fermiamo lo sterminio – si legge nel pezzo di Lani -, fermiamo la distruzione della nostra identità. Non si può tacere, non si può continuare a pedalare normalmente, non si può continuare a vivere passeggiando obbligatoriamente la domenica, non si può pagare senza batter ciglio l’area C, non si possono serenamente chiudere negozi, non curare il verde allegramente quando un Sindaco decide di eliminare una parte della città. La città é di tutti: sarà per lui dei Rom che se ne fottono di Milano, spendendo e rubando i soldi dei cittadini, ma è anche dei bambini di Milano a cui viene rubata una scuola”.
Ferma la posizione assunta dall’Osservatorio nei confronti di simili affermazioni. “Gli articoli in questione, anziché limitarsi alla cronaca dei fatti – spiegano nel comunicato -, attaccano esplicitamente un determinato gruppo facendo apertamente ricorso a stereotipi negativi e dando ampio e acritico spazio a dichiarazioni di carattere congetturale e generalizzante, rischiando in questo modo di contribuire ad alimentare allarme sociale basato meramente su pregiudizi e di incitare a comportamenti intolleranti e xenofobi. Dalla lettura degli articoli emerge una visione generalizzante profondamente viziata dal pregiudizio che identifica tutti i rom, in quanto tali, come un problema da “risolvere” e come ladri e fannulloni che vivono come dei parassiti incuranti del territorio. Basandosi su questa visione la giornalista arriva ad invocare un regime di tolleranza zero sul «modus vivendi basato sul nomadismo”.
“Gli articoli in questione – continua il comunicato -, riproducendo e diffondendo lo stereotipo penalizzante dello “zingaro=delinquente”, si pongono in netto contrasto con i principi della Carta di Roma, strumento deontologico del giornalismo professionistico, e riportano l’erronea idea che i rom siano per cultura nomadi, visione del tutto superata e anacronistica come peraltro dimostrato da svariati studi e come confermato dalla Strategia Nazionale d’Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti”.