“Un mondo di mondi”: usciti i primi due numeri della rivista di Opera Nomadi

Cultura rom, inclusione, testimonianze dirette, indagini e ricerche. Tutto questo è “Un mondo di mondi”, la rivista promossa dall’associazione Opera Nomadi di Reggio Calabria che apre una finestra sulla realtà rom del territorio calabrese e non solo.

Un mondo di mondi” – spiega il direttore dell’associazione Giacomo Marino – nasce da Relu si cailin – Mai più schiavi”, progetto a favore dei minori stranieri dediti all’accattonaggio, promosso dal Comune di Reggio Calabria in coprogettazione con Opera Nomadi e le associazioni International House e Rumeni in Calabria Dacia Phoenix.

“Il progetto, protrattosi dal 2010 al 2012 continua -, prevedeva sia una parte più pratica, con interventi diretti, sia una sezione di ricerca, con la raccolta di dati e la pubblicazione degli esiti del progetto. È proprio da questa esigenza che è nata “Un mondo di mondi”, testata che ha visto finora l’uscita di due numeri tematici”.    

“Nella prima uscita del periodico cartaceo, ma diffuso anche attraverso la rete – spiega Marino -, ci siamo focalizzati sul fenomeno dell’accattonaggio. Nella seconda edizione abbiamo invece indagato questioni legate ai temi dell’inclusione delle comunità rom, della scuola e altri aspetti contingenti”.

“L’obiettivo della pubblicazione – prosegue Marino – è quello di far conoscere ai lettori il mondo rom, cercando di diminuire il pregiudizio esistente, fornendo gli strumenti necessari a una comprensione a 360 gradi di quella realtà. È dando voce a chi talvolta non ce l’ha che vogliamo contrastare tutta una serie di stereotipi negativi spesso alimentati dalla stampa, facilitando il dialogo e il confronto”.

La redazione di “Un mondo di mondi” è multiculturale e composta da volontari. Di essa fanno parte giovani rom diretti dalla giornalista Cristina Delfino.

“La nostra testata esprime l’idea della pluralità – si legge nell’editoriale del primo numero –, attraverso la promozione dei diritti sociali e dell’intercultura. Essa richiama nel titolo il libro dell’antropologo veronese Leonardo Piasere, esperto di comunità romanì. Come l’universo rom è infatti al suo interno diversificato (benché ci appaia omogeneo, sotto le lenti del disprezzo, racchiuso nella parola “zingaro”), così ogni società è disomogenea, in un continuo intrecciarsi di culture e tradizioni. Riteniamo utile ribadire i concetti affermati dalle scienze sociali che confermano l’inesistenza di confini ben definiti nelle culture così come nelle “razze”, in quanto frutto di perenni scambi tra popoli e persone. É utile oggi perché la precarietà esistenziale, non solo lavorativa, di una estesa fascia della popolazione fa il paio con l’odio e la paura verso il migrante, lo straniero o coloro che sono percepiti come tali. Sentimenti generati o sfruttati proprio da quelle istituzioni chiamate a dare soluzioni ai problemi dei cittadini”.

Dopo il successo dei primi due numeri della rivista, l’intento di tutta la redazione e degli operatori di Opera Nomadi è univoco: cercare di dar seguito all’esperienza di “Un mondo di mondi”, sebbene le risorse disponibili siano ridotte. “I fondi scarseggiano – commenta Marino -, ma nonostante questo vorremmo dare continuità al percorso intrapreso, continuando a sfruttare il canale del web per una diffusione su tutto il territorio nazionale. I temi che vorremmo trattare prossimamente sono il lavoro, l’inclusione e tutto ciò che concerne la quotidianità delle comunità rom. Se possibile, vorremo che le prossime edizioni fossero bilingue, prevedendo oltre all’italiano articoli in inglese”.

Per leggere il primo numero di “Un mondo di mondi” clicca qui.

Per leggere il secondo numero di “Un mondo di mondi” clicca qui.

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