Si chiama “Šutka City Tv” la nuova emittente televisiva “rom al 100%” trasmessa in lingua romanì dal 2012 sui canali 550 di Free, 670 di SFR e su Internet. La notizia, condivisa dal Corriere delle Migrazioni, contribuisce ulteriormente ad accrescere la speranza in una maggiore inclusione della comunità Rom nel circuito mediatico, anche in Italia.
Il nome è quello di una città della Macedonia, l’unica Municipalità al mondo in cui i Rom sono in maggioranza, hanno un loro Sindaco e un loro canale televisivo.
E poi è la città da cui proviene Andrijano Dzeladin, 33 anni, emigrato in Europa molti anni or sono come tanti suoi concittadini in cerca di un futuro migliore.
Sottoposto a tutte le difficoltà insite nei percorsi e meccanismi migratori, Dzeladin è riuscito a sfuggire alla trappola dell’emarginazione abitativa e sociale. Ha deciso di investire i suoi risparmi in un’attività che fosse in grado non solo di sfuggire agli stereotipi, ma di combatterli e sconfiggerli, diffondendo la cultura rom attraverso un mezzo di comunicazione di massa come la televisione (via cavo e digitale), in grado di raggiungere una vasta gamma di popolazione, compresi i 15 milioni di Rom presenti in Europa.
L’inizio di questa avventura risale al 2010, quando Dzeladin ha assistito allo sgombero di un campo rom vicino a casa sua, operazione che fu accompagnata da un linguaggio mediatico fuorviante, caratterizzato da una descrizione troppo semplicistica della sua cultura di origine. Da quel momento, ha deciso di inaugurare la sua missione per ritrovare “l’orgoglio di essere rom”, attraverso un progetto che potesse trasmettere un’immagine diversa di questo popolo, lontana da stereotipi e pregiudizi.
L’emittente trasmette programmi di musica, storia ed attualità, ha un proprio sito internet con 120.000 accessi giornalieri, il cui programma di punta consiste in un talk show quotidiano all’americana, dove lo stesso Andrijano Dzeladin riceve le chiamate degli spettatori e dialoga con loro affrontando tematiche sempre diverse, come spiega lui stesso ad un blog della principale testata del Paese, Le Monde.
Inoltre – continua – la volontà è anche quella di portare avanti la sua battaglia contro gli stereotipi attraverso le immagini, cercando di evitare la rappresentazione di campi illegali, delinquenza, mendicità, furti, scegliendo invece di mostrare quel lato della popolazione rom che rimane invisibile agli occhi dell’opinione pubblica e dei mass-media, come, ad esempio, la paura condivisa della stigmatizzazione.
“C’è una maggioranza di Rom che rimane invisibile, e che spesso deve nascondere le sue origini per non essere vittima di stigmatizzazione”, spiega il conduttore a Le Monde. Non a caso, la maggior parte dei partecipanti alle trasmissioni sono avvocati, medici ed insegnanti rom.
Dal sito dell’emittente si evince che in Europa il 95% dei Rom sono sedentari mentre in Francia si contano dai 600 000 ai 750 000 Rom la cui quasi totalità ha la nazionalità francese e non vive una vita itinerante. Se le informazioni esistono, il problema rimane la loro diffusione: sono proprio progetti come quello di Andrijano Dzeladin che vanno sostenuti perché permettono di dare voce alle realtà inascoltate ed invisibili, in un’ottica proiettata verso un futuro più informato e quindi più tollerante.