“Clandestino”, termine sbagliato sempre meno usato dai media

La lotta al’uso erroneo e discriminatorio da parte dei media del termine “clandestino” sta dando i suoi frutti in maniera sempre più evidente. Tanto che a notarlo è stata la stessa Lega.

Come sottolineano nel loro comunicato stampa Giovanni Rossi, Presidente FNSI, e il delegato CNOG per Carta di Roma Pietro Suber, è stato l’on. Salvini, in occasione della festa della Lega a Pontida, a notare come nei tg e nei quotidiani non si parla più di  “clandestini”, ma di “migranti” che sbarcano e approdano sulle coste italiane.

“L’inversione di tendenza nel linguaggio mediatico sull’immigrazione è avviata da tempo e anche alcuni esponenti politici ne prendono atto – ammettono Rossi e Suber -.Questo sulla scia della decisione presa in campo giornalistico da numerose testate e colleghi che,  con apprezzabilissima sensibilità deontologica, hanno scelto di non utilizzare la parola “clandestino” nei propri articoli. Si tratta infatti di un termine spesso usato a sproposito, quando invece correttamente si dovrebbe parlare di  “rifugiato”, o di “richiedente asilo”; o semplicemente di “migrante irregolare”, come la Carta di  Roma indica”.

“Le drammatiche vicende siriane e la nuova crisi egiziana – commentano – ci ricordano infatti quanto sia necessario capire e far  capire chi sono le persone che arrivano nelle nostre coste costrette e in fuga  da situazioni di guerra come i richiedenti asilo o in cerca di  prospettive di vita migliori come i migranti economici, evitando la  semplice contabilizzazione degli sbarchi”.

“Conforta che il percorso di  responsabilità professionale e civile nell’uso delle parole intrapreso con Carta  di Roma da Ordine e notizie-online– concludono – incontri un sempre maggiore consenso tra i colleghi, in  Italia e non solo”.

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